Terry Riley e la sua “In C”

Grand Theft Auto IV, la serie “Guida galattica per gli autostoppisti” e gli Who hanno una cosa in comune: il compositore. In tutti i casi, infatti, si tratta del visionario, improvvisatore e creativo Terry Riley. In realtà, stiamo parlando di un album in particolare, “A Rainbow in Curved Air”, pubblicato nel 1969.

La sua musica è ancora ispiratrice e splendida, e ad oggi è uno dei migliori album della storia.

Chi è Terry Riley

Verso la fine degli anni ’60, Riley era già celebrato nei circoli musicali sperimentali. Infatti, dal 1964, questo musicista californiano era diventato una figura di culto della scena della costa occidentale. Questo perché nel novembre dello stesso anno ha tenuto la prima esecuzione de “In C”, la sua più famosa opera, il primo capolavoro del minimalismo e lavoro che ha inaugurato una nuova era musicale, dopo il quale il mondo non è stato più lo stesso.

La storia di “In C”

Quando Riley creò “In C” su un autobus a San Francisco, subito si rivelò un pezzo importante per lui, per motivi diversi. Il lavoro era una fotografia del suo pensiero musicale fino a quel momento, che si sintetizzava nell’interesse per l’improvvisazione e nell’amore per John Coltrane e Miles Davis. “In C” è semplice da capire, ricco, diverso ogni volta che lo si esegue.

Parte della notorietà di “In C” è da ricercare nella sensibilità hippy-ish della costa occidentale dell’America dell’epoca, ma non solo. Il pezzo ha una qualità musicale eccelsa, è la risposta di Riley all’epoca un pezzo che non può essere scambiato per nessun’altro.

Ma “In C” è, oggi, anche un pezzo che ha quasi 50 anni, e la vita musicale di Riley è ancora una continua ricerca delle qualità spirituali fondamentali che egli ritiene che ogni forma d’arte dovrebbe incarnare. Nel 1970, ha iniziato a studiare con il maestro vocale indiano Pandit Pran Nath, e la sua attività musicale da allora si è evoluta uno scambio fluido tra improvvisazione e composizione, in cui hanno avuto un ruolo fondamentale diversi aspetti del jazz, musica indiana e una certa struttura classica.

Per Riley, il virtuosismo strumentale e la fantasia compositiva sono i cancelli da oltrepassare per la giusta esplorazione di una coscienza musicale globale.